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Fontana di Carlotta

C’era una volta, secondo la leggenda, un’ostessa di nome Carlotta, che era nota nel circondario per i suoi modi garbati. Era una giovane e graziosa ragazza, una “garbata ostella” corteggiata dai più, che accoglieva i viandanti e li intratteneva parlando loro con la sua voce soave.
Le leggende, si sa, affondano spesso le radici nella storia e in fatti realmente accaduti. Della “garbata ostella” non si sa di più, se non che viveva proprio nel quartiere dal nome tanto simile a quell’epiteto da essere nato, nell’immaginario collettivo, proprio in onore della fanciulla. E così, negli anni Trenta del Novecento, l’architetto Innocenzo Sabbatini le ha dedicato una fontana: un’opera semplice, costituita dal volto della ragazza che zampilla acqua in una piccola vasca, incastonato in un pilastro in calcestruzzo con otto file di quattro bugne a punta di diamante (ma quattro di esse sono sostituite dalla raffigurazione della “garbata ostella”); in cima vi è un orcio, anch’esso in calcestruzzo, sostenuto da un piedistallo.
Accanto alla fontana, sale la Scala degli Innamorati, un toponimo popolare che ben indica la funzione propiziatoria del luogo ed è testimonianza degli amori che qui sono nati, sui gradini di Via Angelo Orsucci.

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