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Murale di Alvaro Amici

Fra i murales della Garbatella, questo è forse uno dei più particolari, perché ritrae il cantore della tradizione musicale popolare romana che maggiormente, nel Novecento, ha fatto conoscere la natura verace di una Roma mai sotto i riflettori. Nato e vissuto nella Capitale, Alvaro Amici è cresciuto nel quartiere della Garbatella durante i difficili anni della Seconda Guerra Mondiale e poi si è trasferito in vari luoghi della città – per lungo tempo ha abitato a Vitinia e ad Acilia, ben lontano dal suo quartiere natale, ma pur sempre in zone popolari segnate dalla povertà che egli stesso conobbe in gioventù.
Dalla condizione di miseria che toccava la popolazione di Roma nel secondo dopoguerra, però, Alvaro Amici è uscito grazie alla musica e al suo innato talento nel raccontare, prima ancora che cantare, le vicende, le virtù e i vizi dei romani, in quegli stornelli che lo hanno reso celebre e ancora oggi offrono uno spaccato della realtà del recente passato, osservata dal punto di vista privilegiato dell’artista cresciuto in strada, che ha saputo unire la poesia, la musica e l’interpretazione quasi come gli antichi trovatori. Il dialetto romano diventa, nelle canzoni di Alvaro Amici, non solo un mezzo di espressione, bensì anche un personaggio sempre presente, uno strumento musicale ancor prima di farsi lingua e parole, e soprattutto un’icona.
Alvaro Amici è morto nel 2003, ma la sua memoria è ben salda e tuttora vive alla Garbatella. I Pittori Anonimi del Trullo gli hanno così donato il murale di Piazza Ricoldo da Montecroce, proprio accanto all’emblematica Fontana di Carlotta, rendendo onore alla sua immagine, alla sua musica e alla sua memoria.

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