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Giustiniano

Tauresio, 482 – Costantinopoli, 565
Forse il più grande imperatore bizantino, Giustiniano nacque nel travagliato periodo della dissoluzione dell’Impero Romano in Occidente, quando le istituzioni statali che avevano retto per secoli la gran parte del mondo conosciuto alle popolazioni europee vennero a mancare. Il difficile compito cui Giustiniano fu chiamato consistette nel ridare slancio vitale a una società apparentemente sconfitta, che aveva già perso la certezza nell’inviolabilità dell’Urbe quando Roma era stata saccheggiata, nel 410 dai Visigoti di Alarico e ancora nel 455 dai Vandali, e poi con la deposizione dell’ultimo imperatore in Occidente, quel Romolo Augustolo poco più che fanciullo spodestato da Odoacre nel 476.
Lo zio materno Giustino, generale dell’esercito, proveniva da una modesta famiglia dell’Illirico, ma era riuscito a fare carriera fino ad assurgere agli onori imperiali nel 518, quando ormai quasi settantenne fu eletto imperatore alla morte di Anastasio I. Confidando nella sua fedeltà, Giustino associò al trono il nipote Giustiniano nel 527, poco prima di morire: in quella occasione, Giustiniano fu adottato come figlio, secondo la prassi romana, e sposò Teodora, donna di umili origini che lo avrebbe affiancato durante il periodo di regno.
La fama di Giustiniano è legata a due grandi imprese, una militare e l’altra amministrativa. Grazie all’abilità del generale Belisario, forse l’ultimo dei grandi comandanti militari romani, l’esercito bizantino fu in grado di recuperare parte delle province occidentali finite sotto il dominio delle popolazioni barbariche: l’Africa, corrispondente all’odierna Tunisia e alle coste della Libia, nonché parte della Mauretania, oggi la zona costiera dell’Algeria, tornarono entro l’orbita imperiale nel 533-534, venendo sottratte ai Vandali che le avevano occupate approfittando della debolezza del dominio romano in Occidente. Quindi, Belisario si spinse in Italia, dove ottenne importanti successi contro gli occupanti Goti fino al 536, dovendo poi retrocedere per la controffensiva dei barbari. Il generale Narsete, infine, riuscì a riprendere il controllo dell’intera penisola nel 552 e, ancora, Bisanzio riacquistò parte della costa orientale iberica nei due anni successivi.
Il sogno di Giustiniano di riportare alla grandezza antica l’Impero Romano fu tuttavia frustrato dai rovesci subiti in Oriente, sia contro i barbari (Unni, Bulgari e Slavi, che giunsero a minacciare la stessa capitale Costantinopoli) che contro i Persiani di Cosroe I, la cui violazione della pace stipulata nel 532 portò a una dura guerra (540-545) conclusasi davvero solo con il trattato del 562. L’Impero Romano in Oriente, tuttavia, riuscì a mantenere le proprie posizioni senza perdite territoriali e, con il recupero delle province occidentali, alla morte di Giustiniano avvenuta nel 565 appariva più solido di quanto fosse mai stato.
Ma l’imperatore è ricordato anche per la grande riforma della giustizia, che prese forma nel noto Corpus Iuris Civilis, l’insieme delle norme con cui il sovrano volle riorganizzare il complesso e ormai poco coerente apparato del diritto romano. In realtà, il Corpus Iuris Civilis consisteva di tre parti, oltre a una, successiva, che viene considerata come una sua estensione. Il Codex, oggi noto come Codice Giustinianeo, fu compilato entro il 529, anno di pubblicazione, e aggiornato nel 534 per raccogliere in dodici libri le leggi imperiali precedenti all’epoca di Giustiniano e quelle dei suoi primi anni di regno, nell’ottica di un’unificazione legislativa che avrebbe eliminato le incongruenze dovute alla stratificazione di secoli di editti e norme. A quest’opera già di per sé monumentale, curata tra gli altri dal giurista Triboniano, si affiancò il Digestum (Digesto in italiano), che comprendeva le maggiori sentenze, opportunamente adattate per la pubblicazione, dei più importanti giuristi romani, per offrire una casistica autorevole a chi amministrava la giustizia. La terza e ultima parte del Corpus Iuris Civilis vero e proprio erano le Institutiones (Istituzioni in italiano), raccolta di testi didattici a uso delle scuole che includeva anche le norme decadute, ma i cui precetti ancora in vigore avevano valenza di legge. Infine, le nuove disposizioni promulgate dallo stesso Giustiniano dopo la pubblicazione del Codex furono raccolte nelle Novellae Constitutiones o Novelle.

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